mercoledì 12 febbraio 2014

Un mare di schiuma.

La provocazione consiste nel disporre sul tavolo un grande foglio,  schiuma da barba, tempera azzurra, conchiglie, vetrini trovati al mare, brillantini, bottoni e altro materiale non strutturato.


Inizialmente la schiuma da barba è protagonista assoluta. L'atto di spruzzare, vedere la montagna soffice crescere, ricamare riccioli che cadono lentamente...


Poi il colore viene allargato, ma non sconfina mai fino alla schiuma. In realtà, la schiuma non viene proprio toccata...inizialmente.

Viene incollata una conchiglia, un pezzo di spugna marina, della carta stagnola.


Ancora un pò di schiuma, per coprire gli abissi appena realizzati.


Avanzi di pongo mescolati e occhi mobili, eccolo... il protagonista prende forma:


 "Questo è il pinguino Ciccio, sta dicendo: mi tuffo o non mi tuffo?"


Si tuffa.


E pure il capodoglio.

 Questo è il mare di schiuma finale:


Quinto capitolo: "Malaika, la madre di tutte le madri"



“C’è nessunoooo?”

Ciccio uscì dall’acqua con il fiatone, trascinò le zampine doloranti verso la riva.
Era la prima volta che toccava la sabbia, fino a quel momento aveva conosciuto solo ghiaccio e mare.
Si sdraiò con il pancino verso il cielo, rimase qualche istante fermo a riprendere fiato.

Chissà che avrebbero detto i suoi amici pinguini se avessero saputo che aveva nuotato dall’Antartide  fino all' Africa...

Si, avete sentito bene, l’Africa, la grande e meravigliosa Africa.


 “Karibu, rafiki ...”disse una voce.

“Rafiki?” chiese Ciccio. "Veramente io mi chiamo Ciccio Sognatore, Ciccio di nome e Sognatore di cognome”

“Rafiki- amico- vuol dire amico in africano. Karibu - vuol dire benvenuto-” rispose la  tartaruga di terra.


“Ah, non lo sapevo, è il mio primo viaggio all’estero” si giustificò Ciccio.

I due iniziarono a camminare.

“Lei è di queste parti?” chiese Ciccio.

“Si, e tu?”

“No, io vengo dall’Antartide, un posto dove c’è tuuutto ghiaccio. ..anzi…c’era…ora si sta sciogliendo..."

"Lo so, lo so..." disse la tartaruga. "Sono una biologa". 

"A proposito..." aggiunse Ciccio "conosce una mamma che ha perso i piccoli?"

La biologa non rispose subito, ma aggiunse:

“C'è una specie che sta inquinando il  pianeta: terra, aria, mare, cielo…Ogni volta che scaricano petrolio in mare, che tagliano un albero, che accendono il motore di una macchina...il nostro pianeta si ammala un pò di più. Si riscalda, diventa bollente...per questo il ghiaccio si scioglie”

Ciccio non riusciva a dire una sola parola.
Era preoccupato, preoccupatissimo.
Ecco cosa era quel gran caldo! Ecco perchè la sua casa nell’Antartide si era sciolta!
I piccoli di pinguino erano in pericolo, se fossero nati prima del suo ritorno sarebbero annegati in mare per lo scioglimento del ghiaccio, come aveva presagito il mare stesso.
Doveva sbrigarsi, riunire più persone possibili per evitare quella tragedia.

 “Rafiki, lo vuoi ancora sapere dove è Malaika, la tartaruga che ha perso i piccoli?” chiese la tartaruga biologa.

“Si, la prego, si, si…” rispose Ciccio.



Malaika, che in africano vuol dire "angelo", lo accolse come solo le mamme sanno accogliere i cuccioli, anche se non sono i loro, anche se sono pinguini, bambini, scimpanzé.


“Buongiorno signora Malaika” disse Ciccio facendo l’inchino.


Era emozionato,  aveva davanti la regina dell’isola delle tartarughe, la madre di tutte le madri.
Malaika sorrise, il suo vestito metteva allegria, ma gli occhi erano malinconici, si vedeva che aveva una spina nel cuore. 

Stoc..
Scese un gradino.
Stoc..
Un altro.


Era stata lei ad infilare quella pergamena nella bottiglia, a buttarla in mare, a far sì che Ciccio accorresse in suo aiuto. 


Malaika non poteva nuotare, al posto delle pinne, come quelle delle tartarughe marine, aveva zampe grosse  e rumorose.
Non poteva nemmeno partire in viaggio ed abbandonare l' isola delle tartarughe, non solo perché ne era la regina, ma anche perché su quell’isola erano tutti figli suoi, anche le mamme stesse.

Era la madre di tutte le madri.

Malgrado Ciccio adorasse la compagnia di Malaika e del suo regno, non poté fermarsi a lungo sull’isola delle tartarughe. Raccolse più notizie possibili sulle caratteristiche fisiche dei piccoli dispersi, si fermò anche qualche pomeriggio sulla spiaggia a prendere ripetizioni dalla biologa. Aveva bisogno di trovare i cuccioli e sapere come salvare il mondo.


Certo, la biologa parlava in modo strano, tuttavia Ciccio capì delle cose: avrebbe dovuto portare la notizia della malattia del mondo all’esemplare migliore della razza umana, quello puro, innocente, meraviglioso, il futuro proprietario del pianeta Terra. 

La tartaruga biologa conosceva tutte le specie viventi, anche l’uomo.
Disse che i bambini assomigliano ai cuccioli, come loro amano giocare, ridere a crepapelle, correre, nuotare. Disse cose strane, da scienziato, comunque concluse così: 

“Vai da tutti i cuccioli, bambini e animali, riunitevi e lottate per il vostro mondo.Volete ancora nuotare nel mare? Volete correre a per di fiato nei prati? Volete, o no, salire ancora sui rami degli alberi?”

Fu così che, quella sera, Ciccio camminò fino alla riva con le tartarughe di tutta l’isola dietro. Le salutò una ad un una, un becchetto ad una (il bacio pinguino si chiama così), una pinna sulla spalla dell’altra e…infine…Malaika.


Non disse niente, si avvicinò a lui, prese una corona e gliela regalò.
Ciccio capì che aveva ricevuto il regalo più prezioso che una regina potesse donare.
Era diventato il re dei cuccioli e dei bambini...

Con quella corona non aveva ricevuto solo il benvolere della regina delle tartarughe, ma di tutta l’Africa.

Avete capito bene, si.
Perché Malaika era l’Africa stessa.
Era la madre di tutte le madri

giovedì 23 gennaio 2014

Manipolazione e riscrittura capitolo quarto.

Il pinguino trova un altro messaggio.

 "Non so nuotare. Stanno nascendo i miei cuccioli. Si sta sciogliendo il ghiaccio. La mia mamma ha fatto nascere le uova. Adesso il ghiaccio si è sciolto"

Era il messaggio (che aveva portato) dell'altra lumaca, quella blu.



"Le uova sono cadute nel mare e i cuccioli di pinguino sono affogati. "

"Lo ha scritto per me!" dice Ciccio.



 "Io non so nuotare, ma il mio piccolo gli si è sciolta la casetta di ghiaccio. I miei cuccioli sono caduti in mare. Poi li hanno mangiati i predatori, gli squali. "

Malaika (la tartaruga): "Pure  miei cuccioli sono stati presi."



Questa è la tartaruga Malaika, poi arrivano i suoi cuccioli, però gli altri li aveva persi.


Leonardo, 4 anni.

Quarto Capitolo: "L'incontro con Lussy, la portiera degli abissi."



Ciccio stava nuotando nell'Oceano, quando udì una voce stridula.

“Scusa, pinguino?”

“Si?” rispose Ciccio guardandosi in giro.

Una bottiglia di vetro si spostò verso di lui.


“Ciao, sono il fantasma della bottiglia”, disse così, proprio così. Pinna sul cuore.

“Ciao…scusa ...ma nelle bottiglie ci sono i fantasmi?” chiese perplesso.

“Ma che domande! Certo” rispose il fantasma della bottiglia.

“ Ah...” si scusò Ciccio “ non lo sapevo”

“Ti puoi avvicinare?” chiese la bottiglia camminando, ve lo giuro...camminando!

Ciccio si avvicinò.

“Senti pinguino, sei gentile ma…un pò ingenuo!” disse il fantasma della bottiglia e scoppiò a ridere.

Una lumaca di mare sbucò da sotto la bottiglia.


La lumaca Lussy, detta ‘la portiera degli abissi’, lo stava prendendo in giro!
Era stata lei a spingere la bottiglia, tanto che sembrava camminasse da sola.

“Perbecco, ci sono cascato!” disse Ciccio sospirando.

“Senti” esordì Lussy “ma voi pinguini sapete leggere?”

“Oh, certo!”


“E nuotate veloci?”

“Velocissimi”

“Senti pinguino...”

 Lussy esordiva sempre con quella parola, ‘senti’, tanto era ossessionata da sentire sempre tutto.

“Mi devi aiutare a scoprire cosa c’è dentro questa bottiglia!” 

Lussy aveva trovato quella bottigliaa  nei fondale marini da anni e non sapeva cosa ci fosse dentro. In realtà, l'aveva aperta da un pò di tempo, impicciona come sempre, ma non era stata capace di capire quello che c’era scritto sulla pergamena, perchè non sapeva leggere. 

“Bello!” disse Ciccio eccitato “dai apriamola!”

La pergamena diceva così: 

“Scrivo a te, che sei un nuotatore, perchè io non so nuotare..."


Fa caldo, l’acqua dell’Oceano si è alzata all’improvviso, non sappiamo più dove deporre le uova e
non riusciamo più a fare cucciolate di maschi. Quando il clima supera i 30 gradi, infatti, nascono solo femmine, ma senza i maschi non possiamo riprodurci. I piccoli già nati, invece, stano sparendo. Qualcuno ha rapito i miei figli...”

“Un momento…” disse Ciccio “io questa storia l’ho già sentita!”

Ciccio si fece rosso dalla rabbia, incrociò le alucce sul petto in segno di protesta.

“Mi hanno detto” aggiunse Lussy la portiera “che ci sono, pensa, anche coralli a cui hanno rubato i colori, reti che hanno ucciso delfini, veleni che hanno trasformato rocce maestose in scheletri ammuffiti”

“Basta, ti prego, basta…mi viene male al pancino” disse Ciccio addolorato, ma non rassegnato.
“Una cosa è certa, questa storia non finisce qua, se no che senso avrebbe il mio viaggio?”

Era proprio così, Ciccio il pinguino esploratore non si sarebbe dato per vinto.

“Comincerò con l’analizzare questa storia dei piccoli scomparsi. Bene. Benone. Strabenissimo. Ma…come faccio a sapere chi ha scritto questa pergamena? Non c’è nemmeno una firma” aggiunse Ciccio.

 Lussy srotolò fuori dal suo guscio: "Lo so, io lo so!"


 “E’ una tartaruga di terra” disse con orgoglio.

“Che brava! Come lo sai?” si meravigliò Ciccio.

“C’è una zampata qua in basso a destra, la vedi? E poi, senti, se non fossi attenta ai dettagli…che portiera sarei?”

Lussy tornò nella sua casina.

“Come posso trovare questa povera tartaruga senza i suoi piccoli?” disse Ciccio un pò sconfortato.

“Chiedi in giro…”

Fece proprio così, Ciccio il pinguino esploratore chiese in giro fino a che non approdò nell’isola delle tartarughe, in Tanzania, un posto bello, ma così bello... che se non lo avete mai visto non lo potete nemmeno immaginare!



venerdì 17 gennaio 2014

Esplorando gamberetti

I pinguni si nutrono  di piccoli crostacei, detti Krill. Non avendo il krill a disposizione e non potendolo reperire nella zona in cui attualmente viviamo, ho optato per un'alternativa comunque valida: i gamberi, purtroppo morti.


 "Di cosa sono ghiotti i pinguni?" ho chiesto a mio figlio.

"Gelato ai gamberetti (ndr...)".


Avere a disposizione gamberi veri ci ha permesso di estendere l'esplorazione da un livello visivo ad uno olfattivo-tattile e, ovviamente, gustativo.


"Sono duri. Sono puzzolenti. Il pinguino deve dargli delle beccate per rompere il guscio. Lo spuntone sulla testa dei gamberi serve per difendersi. Sono pungenti. Questi sono gli occhi. Hanno le righe. Sembra una rotaia. Ecco le zampe"


"Alcuni hanno lo spuntone aperto, altri no"


 Siamo passati poi all'esplorazione gustativa.

Leonardo è un bambino solitamente diffidente verso cibi nuovi, ma in questo caso era incuriosito dal sapore che sentono i pinguini. Due bocconi, forse tre e poi:

"No, non mi piacciono"



martedì 14 gennaio 2014

"Lasceremo le orme agli elefanti qua"


Acqua, farina, sale, qualche pinguino e la foto delle orme sulla neve.


"Sto facendo un ghiacciaio.



Il vento soffiava che, in un baleno, i piccolini caddero dentro il mare.


 Solo Ciccio si salvò, ma per fortuna poi tornarono in superficie. Per fortuna che sapevano nuotare, eh! I piccolini erano diventati, guarda, erano diventati un pò più grandi. E la mamma e il papà sapevano anche..fff...volare.

Ffff.

Il papà pinguino disse: lasceremo le nostre orme agli elefanti (???) qua".


P.S: Il racconto è ispirato a una parte della storia (non ancora pubblicata) in cui Ciccio dichiara di essere preoccupato per i fratellini che stanno per nascere al polo Sud. Rischiano di cadere in mare se il ghiaccio si scioglierà. Credo che Leonardo, attraverso il gioco, abbia cercato di rassicurarsi sulla sorte del pinguino e dei piccoli in arrivo: cadono in mare, ma "per fortuna sapevano nuotare!" e "poi erano diventati un pò più grandi".

lunedì 16 dicembre 2013

Il capodoglio arcobaleno.


Questo (1) è il pinguino che sta sul ghiacciaio. Questo (2) invece è il pinguino che sta salendo sul capodoglio. La parte appuntita, in giallo, è il getto d'acqua del capodoglio.


"Il Capodoglio è di tanti colori.

 E' un arcobaleno il capodoglio, perché se qualcuno non si ricorda com'è fatto l'arcobaleno, il capodoglio viene e poi fa ricordare."

Cit: Leonardo, 4 anni.